domenica 1 marzo 2009

Chi ha paura del latte crudo?

Ci siamo già occupati dei distributori di latte crudo nel blog.
In particolare, è importante ricordare che alcuni di questi ci offrono latte crudo biologico (certificato) a un prezzo decisamente interessante.
Nei mesi scorsi è montata una vera e propria campagna contro questi distributori, mossa dai "si dice" e dai "sembra" e non certo da dati oggettivi. In questo articolo, pubblicato nel n.1-2009 del periodico "Suolo e Salute", ho riassunto in modo molto sintetico e (spero) chiaro la vicenda.
L'articolo è stato segnalato anche dalla newsletter dell'azienda Biolà, ormai una vecchia conoscenza per i consumatori biologici romani.


Chi ha paura del latte crudo?

di Pier Francesco Lisi

La battaglia degli allevatori per difendere i distributori automatici di latte diffusi ormai in tutta Italia. In prima linea l'azienda biologica Biolà di Fiumicino

Qualcuno ha davvero paura del latte crudo? E la paura, dipende da un ipotizzato rischio per la salute o, piuttosto, la paura viene direttamente dalla concorrenza che questa nuova forma di vendita diretta sta facendo al latte industriale?

Il fenomeno dei distributori automatici di latte crudo ha avuto in Italia un vero e proprio boom e forse proprio da tanto successo sono nati i problemi. I distributori sono riforniti direttamente ogni giorno dall'allevatore che ci mette, per così dire, la faccia, visto che su ogni distributore viene indicata la stalla che produce il latte. Tutto avviene rispettando in modo scrupoloso le norme igienico-sanitarie, a partire ovviamente dagli allevamenti. La prova, dicono gli allevatori, sta nell'esperienza di centinaia di migliaia di italiani che da quattro anni consumano senza problemi questo tipo di latte.

La diffusione dei distributori di latte ha avuto un freno dalle polemiche sui rischi da infezioni di Escherichia coli. Ora, l'offerta del latte crudo in Italia è stata regolamentata a condizioni che, secondo la Coldiretti, sono addirittura le più restrittive in Europa. Su ogni distributore deve essere infatti apposta l'indicazione “il latte deve essere consumato previa bollitura”. Non basta: per qualche oscura ragione, la scritta deve esser fatta nel colore rosso!

I sostenitori del latte crudo, però, non ci stanno e danno battaglia. È il caso dell'allevamento biologico Biolà di Giuseppe Brandizzi di Fiumicino, certificato da Suolo e Salute, conosciuto ormai in tutta Roma e nella provincia grazie al suo distributore mobile di latte crudo, presente nei quartieri, nei mercatini, nelle fiere e negli appuntamenti con i gruppi di consumatori.

Nel suo sito Biolà ricostruisce tutta la vicenda degli attacchi al latte crudo, con una completissima rassegna stampa che inizia nell'ottobre 2007. Il vero problema, secondo Biolà, è che i distributori automatici di latte danno fastidio, solo perché sono arrivati a vendere 10-15 milioni di litri di latte crudo all'anno. Anche Coldiretti ha insinuato un sospetto: come mai il prezzo del latte pastorizzato è sceso solo dopo la diffusione dei distributori automatici? Da quando ci sono i distributori, il latte pastorizzato è infatti calato da 1,46 a 0,90-1,20 euro al litro.

Non c'è nessuna prova evidente che metta in collegamento i pochissimi casi di infezione da Escherichia coli O157 con il consumo di latte crudo. C'è di più. Biolà, ad esempio, mette a disposizione sul proprio sito web le analisi (tutte negative) che vengono continuamente fatte da laboratori pubblici sulle feci dei propri bovini. Anche il Consorzio tutela latte crudo spiega che nessuna delle migliaia di analisi fatte dal Servizio sanitario pubblico in tutta Italia ha mai dimostrato casi di latte crudo infetto. Del latte crudo si è occupato favorevolmente anche Beppe Grillo, mentre soprattutto su internet non si è arrestato il passaparola dei consumatori che trovano decisamente migliore questo latte controllato che arriva direttamente dalla stalla dell'allevatore.

Il latte crudo è molto apprezzato sul piano del gusto; inoltre, molte persone che hanno problemi di ipersensibilità al latte dichiarano di non avere invece problemi quando bevono quello crudo. Senza considerare, dicono i consumatori, che con il latte crudo si risparmia.

Per difendere le loro ragioni i sostenitori del latte crudo hanno lanciato una petizione (che si può firmare qui) rivolta al ministro dell'agricoltura, Luca Zaia, e al sottosegretario alla salute, Francesca Martini, per chiedere l'abolizione dell'ordinanza che obbliga alla “marchiatura” dei distributori automatici.
La Coldiretti invita a rilanciare comunque il consumo di latte crudo in Italia, spiegando tra l'altro gli indubbi vantaggi sul piano ambientale, visto che si evitano lunghi trasporti e soprattutto, con il riutilizzo di bottiglie in vetro, si possono eliminare parecchi milioni dei 3 miliardi di confezioni in plastica o in brik in cui viene venduto il latte nei negozi e nei supermercati.

Per saperne di più
[articolo pubblicato nel n.1-2009 del periodico "Suolo e Salute"]

Caffè biologico al fast food

Abbiamo già parlato nel blog del ruolo che Paul Newman e la sua azienda Newman's Own Organics ha avuto nella crescita del biologico negli Stati Uniti.

Ora arriva la notizia che 600 ristoranti McDonald's in vari stati, come Massachusetts, Connecticut, Rhode Island, e nella città di New York, serviranno il caffè biologico a marchio Newman's Own Organics, prodotto da Green Mountain Coffee Roasters. Dal 2005 alcuni fast food della McDonald's già servivano il caffè biologico.

La miscela, che si chiamerà Newman's Own Organics Blend, è stata studiata specificamente per la catena McDonald's e prevede anche la versione decaffeinata; il caffè potrà essere servito sia caldo che freddo e ci saranno anche delle versioni aromatizzate alla vaniglia e alla nocciola.

“È gratificante vedere i consumatori che bevono il nostro caffè biologico e ora guardiamo avanti per una continua crescita” ha detto Nell Newman, figlia di Paul e presidente della Newman's Own Organics.
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